La Via del Sale è costituita dalle antiche strade, mulattiere e sentieri che in passato, nel passaggio dalla pianura padana fino al litorale ligure, testimoniano l’importanza dell’Appennino nella vita delle antiche civiltà: il nome è legato ovviamente al sale, di grande valore nel passato in quanto era indispensabile nell’alimentazione e nella conservazione dei cibi.  Il sale non era facilmente reperibile nelle regioni settentrionali ed era l’unico “strumento” a disposizione per stoccare, conservare e mantenere in buono stato molti cibi che altrimenti si sarebbero deperiti.
La Via del Sale “lombarda”, parte dall’Oltrepo pavese, si addentra nella Valle Staffora all’altezza di Voghera e raggiunge l’abitato di Varzi. Di qui in poi i sentieri e le mulattiere portavano verso Sud e, attraversando il Monte Bogleglio e il Monte Chiappo, giungono prima al Monte Antola e poi a Torriglia. Da questo centro, punto di raccordo delle Vie del Sale emiliane, lombarde e piemontesi, il cammino continua fino a Genova, Recco , Portofino.

A raccontarcelo sarà Marco Gambaro, docente di economia dei media all’Università degli Studi di Milano, giornalista, autore di libri e pubblicazioni su radio, tv e nuovi media, collaboratore di Radio24. Assieme a lui il suo compagno di cammino, Gino Frongia.

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