Il foraging è l’esplorazione di aree naturali incontaminate alla ricerca di vegetali selvatici o parte di essi, molluschi di mare e terra o insetti adatti al nutrimento umano. Il futuro del pianeta – o meglio – il suo presente, è strettamente connesso con il foraging o alimurgia come viene detta la scienza che studia la possibilità di cibarsi di vegetali selvatici in momenti di carestie o povertà, per scelta o per necessità. Il termine alimurgia fu coniato del medico e naturalista fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti nel trattato De alimenti urgentia (1767), opera che trattava della possibilità di far fronte alle carestie, ricorrendo all’uso dei prodotti spontanei della terra e principalmente delle verdure.[2]
Il foraging sta diventando una disciplina sempre più comune e anche utilizzare ingredienti selvatici in cucina sta oramai diventando un must. Utilizzare questi prodotti richiede però preparazione, senso etico e coscienza: non è semplice imparare le giuste basi per il riconoscimento e l’identificazione dei vegetali da utilizzare, i trattamenti particolari che alcuni di essi necessitano prima di essere considerati commestibili, le regole e le leggi che ci aiutano a tutelare l’ambiente e la nostra sicurezza personale e altre nozioni fondamentali per una buona preparazione. Ne parliamo con Valeria Margherita Mosca di Wood-Ing e Elisabetta Parravicini, presidente di Ersaf Lombardia.

Intervista a cura di Fiorella Pierobon e Alberto Pugnetti

L'INTERVISTA


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